Costituzione ed economia, incontro ieri sera con Camusso Artoni Chiavacci Smuraglia

in UFFICIO STAMPA


Milano 24 novembre 2016 – Confronto ieri sera sul tema “Costituzione ed economia” al cinema Apollo di Milano. Titolo della serata “Se vince il No ci sarà l’invasione delle cavallette? con il prof. Roberto Artoni, il segretario generale della Cgil Susanna Camusso, il Presidente dell’Anpi nazionale Carlo Smuraglia e la Presidente nazionale dell’Arci Francesca Chiavacci che hanno risposto alle domande del segretario generale della Camera del Lavoro Massimo Bonini.

 

Giudizio severo del professor Roberto Artoni su una riforma che presenta aspetti ampiamente negativi. Con un’articolta analisi ha sottolineato come una vittoria del Si sia garanzia dell’assoluto mantenimento delle attuali linee di politica economia. Al contrario una vittoria del No, non aprirà baratri ne’ comporterà speculazioni finanziarie, che peraltro ci sono state e ci potranno essere magari per altre ragioni, come per esempio il debito.

 

Per Francesca Chiavacci Presidente di Arci nazionale nella propaganda del Si c’è una falsificazione degli effetti possibili di un cambio delle regole.

La riforma non abolisce organismi, che restano, ma abolisce invece l’elezione di tali organismi da parte dei cittadini. Toglie peso al voto e accentra poteri nelle mani dell’esecutivo. Noi abbiamo scelto come slogan “un No che aiuta a crescere”, e nonostante questa brutta campagna elettorale, che ha diviso in due il paese, credo che abbiamo l’occasione di riaprire una discussione sulla partecipazione, sulle regole e sulla democrazia.

 

Ha dedicato le prime battute a Confindustria Susanna Camusso, che ha pensato, con una visione utilitaristica, che più si alzavano i toni della campagna del Si più ne avrebbe tratto dei vantaggi.

Ormai mancano pochi giorni, ha detto poi Camusso, ed è importante saper ascoltare il rumore di fondo, le paure che vengono alimentate quotidianamente. C’è una paura che attraversa anche il nostro mondo, la paura che la vittoria del No permetta l’apertura della rincorsa dei populismo. L’idea del baratro che si potrebbe aprire se non ci fosse l’approvazione del disegno Renzi Boschi. Ma non c’era questo rischio due mesi fa? E se la paura è il diffondersi dei populismi, la domanda che ci si dovrebbe porre è come rafforziamo le istituzioni per impedire che un’affermazione dei populisti metta in discussione lo stato. Come mettiamo al riparo le istituzioni? Rendendo l’equilibrio dei poteri più stabile e le regole su cui si basano solide e non trasformabili.

Il senso di questa revisione è invece come dire che cambiamo la Costituzione perché non siamo riusciti a riformare la politica.

Nel voto non funziona più l’idea del meno peggio come richiamo, l’abbiamo visto con le elezioni americane.

 

Ma davvero nel nostro paese non si riesce a governare perché c’è il bicameralismo? Che cosa rappresenta la seconda Camera a questo punto? Le Regioni nel nostro paese sono un punto di equilibrio dei poteri. Se lo cancelli tutto sta nelle mani dell’esecutivo. Ma così il paese non ha la forza di contrastare le ondate populiste.

 

Si usa come elemento di pressione sulle persone, ha proseguito Camusso, il fatto che se dici No a quel disegno di legge stai dicendo di no al governo, con i perocoli che comporta.

È un paese avvelenato e diviso, si è  caricato il voto dell’incertezza del giorno dopo. Dopo il 4 dicembre che succederà? Non succede niente, i problemi saranno gli stessi.

Adesso comincia la parte più difficile: come si utilizzano questi ultimi giorni nel rapporto con le persone, per provare ad ascoltare quali sono le paure e ricondurle nei giusti limiti.

Parlare a queste paure restituendo l’orgoglio del voto, che è uno straordinario diritto ma anche un dovere. E che dev’essere libero dalla paura, perché se il voto è condizionato dalla paura è già una riduzione della propria libertà.

Votate liberamente perché dopo non arrivano le cavallette ma abbiamo il grande compito di applicarla la nostra Costituzione.

E se vi capita ha concluso tra gli applausi il segretario della Cgil, venite sabato a Roma che c’è una grande manifestazione delle donne, e questo è un’altro pezzo della nostra libertà.

Il Presidente dell’ Anpi Carlo Smuraglia ha stigmatizzato le caratteristiche di una campagna brutta, anche vista dall’estero, soprattutto per la mancanza di argomentazioni serie.

La Costituzione non interessa, ha detto, lo sguardo è puntato solo su chi fa questa politica, affinché continui a farla.

C’è stato e c’è poco patriottismo, o meglio, c’è solo da una parte per difendere la Costituzione.

Si voleva una riforma a tutti i costi. Chi non è d’accordo viene sostituito, questo è stato fatto.

È il parlamento, ha detto ancora tra gli applausi il Presidente dell’Associazione dei Partigiani, che da’ la fiducia al capo del governo, non il risultato di un referendum.

Con il voto del 4 dicembre, ha concluso, dobbiamo dire: basta mettere le mani sulla costituzione in questa maniera!