Contratto Legno Industria. Lettera aperta alle aziende lombarde

in UFFICIO STAMPA

Il 28 Ottobre il settore del legno sciopera contro le assurde condizioni poste da Federlegno per il rinnovo del contratto collettivo nazionale. Posizioni insostenibili, prese dalla federazione spesso senza il convolgimento delle singole aziende del settore.

Ed è proprio alle aziende del territorio lombardo, ai datori di lavoro, che abbiamo deciso con le RSU di inviare una lettera aperta, per spiegare le ragioni dello sciopero. E per chiedere che si attivino, con noi, per chiedere a Federlegno un passo indietro dalle proprie posizioni, un passo avanti verso la tutela dei diritti e verso il rilancio dell’economia.

Lettera aperta delle Rsu e di Feneal Uil Filca Cisl e Fillea Cgil Territoriale e della Lombardia

Gentile Amministratore Delegato,

Le Lavoratrici e i Lavoratori del comparto legno il 28 Ottobre 2016 sciopereanno in tutta Italia per respingere le condizioni che Federlegno ha posto per rinnovare il CCNL.  
Dopo 12 mesi dall’invio della piattaforma, 9 mesi di trattativa, 9 incontri e dopo 7 mesi dalla scadenza del precedente Ccnl; non è stato possibile rinnovare il CCNL.
La richiesta di Federlegno di attivare 140 annue ore di flessibilità lavorando il sabato e la domenica (oltre alle 250 ore di straordinario a disposizione), la richiesta di poter far funzionare le fabbriche con il 65% di lavoratori precari, lo svuotamento della contrattazione aziendale, la richiesta di non definire nessuna cifra di aumento salariale ma solo di definire il principio delle verifiche annuali di eventuali futuri aumenti; narrano la non volontà di sottoscrivere il Contratto Collettivo Nazionale di Lavoro .
Bisogna aver rispetto dei propri dipendenti.
Il coniugare le ragioni del lavoro con quelle del mercato è possibile partendo dal presupposto che le parti si confrontano in modo paritario, non dal presupposto che un soggetto decide e l’altro esegue.

Le Lavoratrici e i Lavoratori, che sono l’asse portante del paese Italia, fuori dalle fabbriche hanno una vita privata, devono educare e cresce i figli, pagare i mutui, le bollette, le imposte e badare ai genitori. Con le condizioni poste da Federlegno, queste cose saranno impossibili.
La gestione dei picchi e dei flessi di produzione la si definisce a livello di fabbrica, il consolidamento occupazionale ( che determina la lotta alla precarizzazione sociale e lavorativa) lo si discute in azienda. Il rinnovo del contratto nazionale deve prevedere gli aumenti salariali, altrimenti esso costituisce una contraddizione sindacale che non saremmo mai in grado di condividere.

Per queste ragioni i Lavoratori suoi dipendenti saranno in presidio e in sciopero, per farle conoscere le assurde condizioni che Federlegno ha posto al tavolo e per invitarla a riflettere sul come ricondurre la vertenza nell’alveo delle corrette relazioni sindacali.

Elevare il potere di acquisto dei lavoratori, è fondamentale per far ripartire l’economica di questo paese.

Grazie per l’attenzione e per il tempo che ha dedicato alla lettura di questa missiva.

La RSU e le Segreterie Territoriali e Regionali Lombardia di Feneal Uil Filca Cisl Fillea Cgil.

13 ottobre 2016